Cosa si intende con il termine “procrastinare”? In poche parole, si tratta dell’atto di rimandare o posticipare in maniera volontaria azioni e compiti più o meno importanti e che potrebbero essere eseguiti anche con una certa facilità. Quando procrastiniamo, nella maggior parte dei casi, sappiamo che non si tratta della scelta migliore e che potrebbe avere delle conseguenze negative, tuttavia, continuiamo a farlo e a lasciare compiti in sospeso. Questo atteggiamento si traduce in una costante lotta tra l’esigenza di una gratificazione immediata e i benefici di una a lungo termine.
Perché si tende a procrastinare?
Sono diverse le ragioni per cui le persone tendono a procrastinare:
- evitamento di disagio: alcuni compiti possono sembrare difficili, noiosi o stressanti. Procrastinare può essere un modo per evitare temporaneamente queste sensazioni sgradevoli;
- paura del fallimento: la paura di non essere all’altezza o di fare errori può portare a rimandare un compito;
- perfezionismo: la volontà di fare tutto perfettamente può fare sentire sopraffatti e, paradossalmente, può portare a non iniziare affatto;
- mancanza di autodisciplina: non avere abitudini o routine stabilite può rendere più difficile iniziare o completare un compito.
Cosa fare per non procrastinare?
Superare la procrastinazione richiede spesso un approccio multifattoriale:
- stabilire obiettivi chiari: avere un’idea chiara di ciò che si vuole raggiungere può aiutare a rimanere focalizzati;
- tecniche di gestione del tempo: l’uso di tecniche come la tecnica Pomodoro, che prevede periodi di lavoro seguiti da brevi pause, può aiutare a mantenere l’energia e la concentrazione;
- affrontare la paura: riconoscere e affrontare le paure o le insicurezze che portano alla procrastinazione è fondamentale;
- rompere i compiti in parti gestibili: suddividere un grande compito in parti più piccole e gestibili può rendere meno scoraggiante iniziare;
- ricompensarsi: stabilire piccole ricompense per i compiti completati può servire come motivazione.
Qual è il sinonimo di procrastinare?
“Procrastinare” è il termine più comune per indicare questa “pratica”. Ci sono infatti altri sinonimi, ugualmente appropriati, per definire questo concetto, come: “rimandare”, “posticipare” o “differire”. La connotazione di questi ultimi è chiara: non è negativa come quella associata al termine “procrastinare”, che indica propriamente la volontà di evitare i compiti in maniera intenzionale.
La procrastinazione è un comportamento che molti di noi sperimentano a vari livelli. Comprendere le sue cause e utilizzare strategie per combatterla può aiutare a migliorare la produttività e il benessere generale. Con un po’ di impegno e consapevolezza, è possibile superare la tendenza a rimandare e raggiungere i propri obiettivi.
Seneca e la procrastinazione
Uno dei principali esponenti dello stoicismo, Seneca, ha dedicato numerosi scritto all’atto del procrastinare, in particolare nelle sue “Lettere a Lucilio, suo amico, in cui fornisce una serie di consigli per vivere una vita buona e significativa senza procrastinare, ponendo l’accento sulla comprensione dei pericoli di rimandare le cose e di non vivere pienamente il presente.
“La procrastinazione è la ladra dei nostri sogni”
Questa frase di Seneca, riflette chiaramente l’inazione che porta ad allontanare il raggiungimento dei propri sogni. Ogni volta che rimandiamo un’azione o una decisione, stiamo perdendo l’opportunità di realizzare qualcosa, di portare avanti un progetto o di perseguire un sogno. Se continuiamo a procrastinare, i nostri sogni e le nostre aspirazioni possono rimanere irrealizzati, e alla fine potremmo rimanere con il rimpianto di non aver agito quando avevamo l’opportunità. “Mentre si rimanda la vita passa”, anche in questa frase, Seneca, ci esorta a riconoscere l’importanza del presente e ad agire nel qui e ora, piuttosto che aspettare un momento futuro che potrebbe non arrivare mai.
L’importanza del tempo in Seneca
Seneca, in particolare nella sua opera “De Brevitate Vitae” (Sulla brevità della vita), discute ampiamente di come la maggior parte delle persone sprechi la propria vita in futili preoccupazioni, piaceri vuoti o inattività. Se si rimanda in maniera costante, trasformiamo la nostra vita in momenti lunghi di passività che non ricorderemo a fatto, così da contemplare il vuoto guardandoci alle spalle. Seneca, quindi, ci invita a riflettere sul valore del tempo e su quanto sia importante viverlo e non semplicemente attraversarlo.
Ci sono momenti in cui procrastinare è un bene?
Tuttavia, ci sono situazioni in cui si può trarre beneficio dalla procrastinazione. A tal proposito è importante fare un distinguo da quella strategica a quella compulsiva. La prima è quando si decide consapevolmente di rimandare un’azione perché ci sono buoni motivi per farlo. La seconda è quando si rimanda per evitare il compito a causa di ansia, paura o altre emozioni negative.
Si può rimandare una decisione, ad esempio, quando si ha bisogno di riflettere e quindi ci avvaliamo del tempo prezioso per ponderare bene le scelte da fare. Non si tratta di ritardi ma di pause necessarie che ci consentono di riflettere in maniera adeguata allontanando situazioni di stress. Nel mondo dei creativi, prendersi del tempo può permettere alle idee di maturare e svilupparsi. Inoltre, il continuo rimando di un compito potrebbe rivelare che non è di primaria importanza, aiutandoci a riconoscere le vere priorità. Rimandare può anche prevenire decisioni affrettate e impulsive, in particolare quando attendere potrebbe portare a informazioni più complete o risorse migliori per affrontare un compito.
Ecco una riflessione tratta dagli scritti di Seneca
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