Eppure la terra, la natura, ci ha regalato la neve. Un fenomeno meterologico godibile, quando l’uomo non cerca di esaurire tutte le risorse di questo pianeta. L’essere umano sa apprezzare quelle distese immacolate, ancora di più quando esplodono di colori durante la primavera. Il candore della neve e il significato intrinseco del suo silenzio, copre ogni sorta di rumore, soprattutto interiore, penetrando le profondità della psiche, invitando alla riflessione e all’introspezione.
Neve, significato simbolico
È chiaro che nella credenze percepite di tutte, la neve ha un significato simbolico di purezza e di rinnovamento. Il velo candido, con il quale ricopre intere città e vallate, cancella ogni tipo di imperfezione, offrendo una tavola rasa su cui l’immaginazione può dipingere nuovi inizi. Questa trasformazione visiva agisce come un catalizzatore per un cambiamento interiore, evocando sentimenti di speranza e di nuovo inizio. La neve, dunque, non è solo un fenomeno meteorologico, ma un evento psicologico che riflette la nostra incessante ricerca di purificazione e rinnovamento.
Perché la neve ci rende felici?
Il silenzio della neve che cade è un altro aspetto fondamentale della sua influenza sulla psiche. Questo silenzio non è semplicemente l’assenza di suono; anzi è una melodia che ci invita all’ascolto interiore. Nel mondo frenetico di oggi, dove il rumore e il caos regnano sovrani, il silenzio della neve offre un rifugio, un’oasi di pace che permette alla mente di distaccarsi, di meditare. È un silenzio che parla, che sussurra all’anima lezioni di quiete e di calma.
“Come neve”, la canzone di Giorgia e Marco Mengoni
La qualità meditativa della neve è riflessa nella canzone “Come neve” di Giorgia e Marco Mengoni, dove il silenzio della neve è descritto come un maestro che insegna a cadere, a lasciarsi andare. Qui, la neve simboleggia la capacità di accettare il cambiamento, di imparare dall’impermanenza e dalla fragilità della vita. È un invito a comprendere che nel lasciar andare, nell’accettare la caduta, si scopre la vera forza. La neve diventa una metafora della vita stessa, un ricordo che in ogni fine c’è un nuovo inizio, e in ogni silenzio, una nuova possibilità di ascolto.
“Il Silenzio” di Fernando Pessoa
Fernando Pessoa, nel suo componimento “Il Silenzio”, esplora ulteriormente questo tema. Il silenzio, come la neve, è un veicolo per un viaggio interiore, un mezzo attraverso il quale si può esplorare la vastità della propria anima. È nel silenzio che si trovano le risposte non dette, le verità non espresse.
La neve pose una tovaglia silenziosa su tutto.
Non si sente se non ciò che accade dentro casa.
Mi avvolgo in una coperta e non penso neppure a pensare.
Sento un piacere d’animale e vagamente penso,
e m’addormento senza minor utilità
di tutte le azioni del mondo.
La neve e gli aspetti psicologici
La felicità che la neve porta può essere attribuita a questi aspetti: il suo silenzio e la sua purezza offrono un senso di pace e di tranquillità che è raro nel mondo moderno. La neve ci permette di fare una pausa, di respirare, di riflettere sulla nostra esistenza in un modo che raramente ci concediamo.
Dal punto di vista accademico, lo studio della psicologia ambientale offre spunti interessanti sulla relazione tra l’uomo e il paesaggio innevato. Autori come Kaplan e Kaplan hanno esplorato il concetto di “restoration theory”, che suggerisce che gli ambienti naturali, come i paesaggi innevati, hanno un effetto rigenerante sulla mente umana. Questo accade perché la bellezza della natura, la ricchezza dei suoi dettagli, catturano l’attenzione in modo piacevole e stimolante, facilitando il recupero dall’affaticamento mentale. Allo stesso modo, le ricerche in psicologia positiva di Seligman e Csikszentmihalyi esaminano come elementi come la neve possano contribuire al benessere psicologico, promuovendo stati di flusso e felicità.
Se solo pensiamo a come si forma la neve…
La neve, quel manto candido che avvolge la terra nel suo abbraccio silenzioso, nasce da un processo che sembra quasi un incantesimo del cielo. È una danza tra l’aria e l’acqua, un balletto di elementi che si trasformano in un miracolo di cristalli. La neve inizia la sua creazione a contatto con l’aria, quell’elemento etereo e invisibile, che nel suo abbraccio con il freddo, diventa il teatro di una trasformazione silenziosa. Le molecole d’acqua, presenti in questa vastità aerea, si trovano all’improvviso in uno stato di sospensione, al limite tra il liquido e il solido.
Qui, nella nuvola, un luogo che è sia nulla sia tutto, si compie il rito di passaggio: le gocce d’acqua, inizialmente libere nel loro fluire, incontrano particelle invisibili – polvere, polline, frammenti microscopici dell’esistenza terrena. In questa unione, quasi mistica, avviene la cristallizzazione. Il freddo, non solo come condizione meteorologica ma come una forza metafisica, trasforma l’acqua in cristalli di ghiaccio.
Man mano che questi cristalli si aggregano, formano fiocchi di neve, ciascuno una constellazione di geometrie perfette, galleggiando verso il suolo in una discesa che è tanto fisica quanto filosofica. La loro caduta è un movimento verso l’altro, un abbandono della libertà aerea per un destino di fusione e di dissoluzione.
15 gennaio, Giornata mondiale della neve
Anche se questa giornata è stata istituita per avvicinare i giovani agli sport invernali, nulla ci vieta di approfittare di questa giornata, più nota come il World Snow Day, per sottolineare l’importanza di questo fenomeno atmosferico. In primis per la sua importanza a livello ambientale come risorsa. La sua scarsità, a livello mondiale, provocano una serie di fenomeni negativi per la terra Irraggiamento solare, approvvigionamento idrico e protezione del suolo. In secondo luogo, l’effetto benefico, come già sottolineato alla nostra psiche, quindi alla nostra anima e al nostro cuore!