venerdì, Dicembre 13, 2024

L’effetto Mandela: una discrepanza collettiva nella memoria

Effetto Mandela: origine e psicologia. Cause, teorie e riflessioni sull'errata memoria collettiva e le sue implicazioni

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L'”Effetto Mandela” descrive un fenomeno psicologico in cui un gruppo di persone ricorda un evento storico o un dettaglio in modo significativamente diverso dalla realtà documentata. Il nome deriva da un equivoco collettivo che fa riferimento alla vita di Nelson Mandela, che molti credevano fosse morto in prigione negli anni ’80. In realtà, Mandela fu liberato nel 1990 e divenne presidente del Sudafrica nel 1994.

Origini e significato dell’effetto Mandela

Chi ha introdotto il concetto?

A formulare per prima questo effetto nel 2009, è stata la ricercatrice paranormale Fiona Broome. Si verifica, infatti, quando un gruppo significativo di persone ricorda fatti, eventi o dettagli in modo errato. Broome ha scoperto che molte persone, tra cui lei stessa, avevano un falso ricordo della morte di Nelson Mandela in prigione negli anni ’80.

Cause e Teorie

La teoria della “schema theory”

Le cause dell’Effetto Mandela possono essere molteplici. Non esiste una spiegazione scientifica esatta poiché si mescolano a quelle pseudoscientifiche. Secondo alcuni studiosi, infatti, potrebbe derivare da errori di rielaborazione della memoria, quando il cervello umano riempie le lacune con informazioni non accurate. Molto interessante è la “teoria dello schema”, poiché suggerisce che le persone tendono a ricordare in modo errato i dettagli quando questi si allineano alle loro aspettative su un’immagine. Un effetto del genere, abbastanza noto – anzi, ti invitiamo a riflettere a visualizzare, è la falsa convinzione che l’uomo del Monopoli – il gioco da tavolo – indossi un monocolo poiché si tratta di un accessorio che si addice al dress code del personaggio, ma che in realtà non indossa.

Distinguere il vero dal falso

Come possiamo verificare i nostri ricordi?

L’unico modo per distinguere il vero dal falso, anche se si tratta di “ricordi”, è quello di documentarli, di cercare fonti ufficiali e testimonianze affidabili anche se la fiducia nella propria memoria potrà sempre farci cadere in errore inducendoci ad accettare le discrepante con i ricordi con la realtà.

Esempi popolari

Casistiche famose di memorie collettive alterate

Gli esempi dell’Effetto Mandela sono numerosi e spesso radicati nella cultura pop. Tra questi, vi sono il ricordo errato che il logo della Fruit of the Loom contenga un cornucopio, o che in “Biancaneve e i Sette Nani” la famosa frase sia “Specchio, specchio delle mie brame” anziché “Specchio, servo delle mie brame”​​.

Implicazioni psicologiche

Perché la memoria può ingannarci?

Psicologicamente, l’effetto Mandela può essere collegato a bias cognitivi e dissonanza cognitiva. La memoria umana non è completamente affidabile e può essere influenzata dalla tendenza a incorporare informazioni false da altre fonti nelle nostre memorie. Un esempio noto è la citazione erronea “Luke, io sono tuo padre” da “Star Wars”, diffusa su Internet, che potrebbe aver contribuito alla creazione di un falso ricordo​​.

L’Effetto Mandela non solo offre uno spaccato sulla natura fluida e talvolta ingannevole della memoria umana, ma pone anche domande profonde su come percepiamo e condividiamo la realtà collettiva.

Fonti

Mandala Effect – britannica.com

Giulia Averaimo
Giulia Averaimohttps://www.psiconarrativa.it
Con una formazione accademica solida e multidisciplinare, ho conseguito una laurea in Archeologia e Storia dell'Arte seguita da un'altra in Scienze e Tecniche Psicologiche. La mia carriera si è poi evoluta nel campo del giornalismo e della specializzazione in social media. Il focus dei miei contenuti, riguarda la psicologia dei social media e delle dinamiche di gruppo online. Il mio approccio unisce rigorosa ricerca accademica con applicazioni pratiche.

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