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Perché si dice resilienza? Un viaggio tra mito e psicologia

La resilienza, una parola tanto usata quanto spesso fraintesa, è diventata un concetto chiave nella psicologia contemporanea. Ma, “Perché si dice resilienza?” Per rispondere, esploriamo le sue radici storiche e il suo significato profondo.

Origini e Significato della parola “Resilienza”

Il termine “resilienza” deriva dal latino “resilire,” che significa “rimbalzare indietro.” Originariamente usato in fisica per descrivere la capacità di un materiale di tornare alla sua forma originale dopo essere stato compresso o piegato, il concetto si è evoluto per descrivere una qualità umana: la capacità di affrontare le avversità e riprendersi dai colpi duri della vita.

Arianna a Nasso, simbolo di resilienza
Foto Wikipedia: @mezzo-mondo.com

La Mitologia Greca

Nella mitologia greca, la figura di Arianna rappresenta un esempio vivido di resilienza. Abbandonata da Teseo sull’isola di Nasso, Arianna non si perde d’animo. La sua storia simboleggia la capacità di affrontare il dolore e la delusione, trovando la forza interiore per superare gli ostacoli e proseguire il proprio percorso di vita.

Approccio Psicologico alla Resilienza

Nella psicologia moderna, la resilienza è intesa come una combinazione di attributi personali e supporto sociale. Questo concetto si allontana dall’idea di una semplice resistenza alle difficoltà, evidenziando l’importanza della crescita personale e del benessere emotivo. La resilienza è quindi vista come un percorso, spesso non lineare, che include la capacità di fronteggiare efficacemente lo stress e di ricostruirsi in seguito a esperienze traumatiche.

L’essere resilienti

Suggerimenti per attingere alla propria forza interiore; per sviluppare la resilienza, è utile adottare strategie mirate:

  1. Autoconsapevolezza e riflessione personale: riconoscere e comprendere le proprie reazioni emotive e comportamentali alle situazioni stressanti è il primo passo verso la resilienza.
  2. Flessibilità e adattabilità: essere aperti al cambiamento e capaci di modificare le proprie strategie di fronte alle sfide aiuta a gestire meglio gli imprevisti.
  3. Reti di supporto sociale: mantenere e coltivare relazioni significative fornisce un supporto cruciale nei momenti difficili.
  4. Ottimismo equilibrato: mantenere una prospettiva positiva, pur rimanendo realistici, può aiutare a superare gli ostacoli.
  5. Accettazione e gestione attiva delle sfide: riconoscere che la sofferenza è parte della vita e affrontarla attivamente può rafforzare la resilienza.

In conclusione, la resilienza è una qualità multidimensionale che trascende la semplice resistenza psicologica. Il suo sviluppo è un processo che richiede consapevolezza di sé, flessibilità, supporto sociale e un approccio equilibrato alle sfide della vita. Attraverso la comprensione delle sue radici storiche e del suo significato nella psicologia moderna, possiamo imparare a valorizzare e coltivare questa capacità, trasformando le avversità in opportunità di crescita e apprendimento. Vi lascio di seguito la storia di Arianna, piantata a Nasso da Teseo nonostante la sua devozione nei confronti dell'”eroe” civilizzatore. Un terrestre, diventata divina, grazie al suo essere resilente.

 

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