Il conto alla rovescia è iniziato. Le valigie si preparano ad accogliere abiti leggeri, guide turistiche e aspettative fragorose. Le ferie sono dietro l’angolo, un’isola di relax e gioia in mezzo all’oceano quotidiano. Ma, aspetta un attimo. Cosa succede quando le ferie finiscono? Lo spirito libero e rilassato dell’isola tropicale sembra dissolversi rapidamente nel buio delle pareti dell’ufficio?
Risale al 2021 un’importante studio condotto da Jeroen Nawijn dell’Università Erasmus di Rotterdam ci fa riflettere sulla natura effimera delle ferie e sul loro impatto sul nostro benessere. La “natura effimera” di cui si parla, non vuole certo affermare che le vacanze non facciano bene, anzi! Il punto è come le si distribuisce durante l’arco dell’anno lavorativo. Secondo lo studio, la felicità delle ferie è spesso al suo culmine prima della partenza, quando ci perdiamo a sognare spiagge bianche e montagne maestose. Poi, al rientro nel mondo “reale” (poiché staccare in totale relax senza le urgenze lavorative che si presentano nel mezzo ormai è totale utopia) sembra non ci sia differenza in termini di “serenità” tra chi è partito e chi invece è rimasto in ufficio.
Staccare all’improvviso, tutto d’un fiato, e riprendere altrettanto velocemente i ritmi lavorativi, può provocare un enorme stress. Ci dovrebbero essere delle piccole pause tra l’inizio e la fine delle ferie. Un momento di pausa tranquilla prima dell’ebbrezza del viaggio, un’opportunità di rallentare e assaporare il silenzio. Questa pratica consente alla tua mente di abbandonare il tran tran quotidiano e intraprendere un viaggio verso la tranquillità.
Questa pratica può sembrare controintuitiva, ma già da tempo il sociologo Carlo Pruneti, esperto di stress e responsabile della sezione di psicologia clinica dell’Università degli studi di Parma, ci aiuta a capire il motivo:
L’effetto benefico dipende in gran parte da cosa una persona fa prima di partire: se ad esempio lavoriamo tantissimo tutto l’anno e poi all’improvviso stacchiamo, andare in ferie provoca una specie di trauma, sia a livello fisico che psicologico. Il nostro organismo ubbidisce alla legge dell’economia che lo porta a cercare il miglior livello di rendimento con il minor dispendio di energie. Ma non sempre funziona.
Quando ci immergiamo nel lavoro ininterrottamente e poi ci stacchiamo improvvisamente, il nostro corpo e la nostra mente possono essere colpiti da ciò che è noto come “stress postumo”. È come se il nostro sistema si spegnesse, causando una rottura che induce stress. Ecco perché, a volte, le vacanze potrebbero farci sentire più esausti di prima, secondo la teoria, secondo me condivisibile, di Pruneti.
Come già accennato una soluzione è quella di prendersi dei momenti di distacco prima di partire per le effettive vacanze. Tuttavia, è dura aspettare un intero anno per andare in ferie e potrebbe rivelarsi ottimale solo per chi ne ha tante a disposizione, quindi una seconda soluzione potrebbe essere quella di concedersi delle mini ferie distribuendo giorni di relax lungo tutto l’anno. Questa pratica può evitare l’urto improvviso dell’interruzione completa sia alla partenza che al rientro delle vacanze, concedendo alla mente il tempo di abituarsi alla transizione. Come afferma Pruneti, “il benessere in vacanza nasce dal trovarsi nel posto giusto al momento giusto con le persone giuste.”
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