Il lutto rappresenta un fenomeno intricato e multidimensionale, che si estende oltre la sfera della perdita fisica di un essere caro, includendo anche il profondo dolore legato all’abbandono, anch’esso riconosciuto come una manifestazione del lutto. Questo articolo intende approfondire il tema della separazione irreversibile da qualcuno che non è più presente fisicamente, o che si trova in una realtà differente, esaminando le varie interpretazioni fornite dalle diverse culture e credenze. È fondamentale trattare il lutto con sensibilità e comprensione, in modo da favorire un approccio inclusivo e rispettoso verso le diverse esperienze di lutto, evitando così incomprensioni e reazioni inadeguate o insensibili.
Nel contesto del film Disney “Coco”, si apre un’interessante finestra di riflessione sull’apprendimento dalle culture diverse, in particolare quella messicana, e sul loro modo di gestire il lutto. Questa cultura ha la capacità unica di trasformare il dolore della perdita in ricordi significativi, evidenziando come la morte, parte integrante della vita, possa essere accettata come una realtà inevitabile, espressa nei detti “così è la vita” o “così è la natura”. Affrontare e superare il lutto è un viaggio difficile verso l’accettazione di una realtà mutata. Nel film, il personaggio della matriarca della famiglia Rivera incarna profondamente il tema del lutto: vive nel dolore per l’abbandono e la perdita del marito, trasformando questo dolore in astio verso la musica, che diventa per lei una sorta di rifugio costrittivo.
Nel film Disney, Miguel, un bambino dalla maturità sorprendente, si imbarca in un viaggio straordinario nell’oltretomba. Questa avventura simboleggia un percorso di apertura mentale per la sua famiglia, rivelando come il lutto possa portarci attraverso un turbine di emozioni: dalla negazione al senso di colpa, dall’isolamento all’accettazione. Questo processo è evidenziato nel modo in cui i personaggi si confrontano con le loro perdite e memorie. Nel film, il viaggio di Miguel diventa un catalizzatore per rompere il ciclo del “lutto costante” in cui si trovava la sua famiglia, soprattutto la matriarca, rivelando l’importanza di affrontare le diverse fasi del lutto. “Coco” sottolinea delicatamente che, in caso di difficoltà nel superare fasi di lutto particolarmente intense o prolungate, il supporto di un professionista può essere cruciale per raggiungere una riconciliazione interna e integrare il lutto nella propria vita. In questo contesto, il film diventa una metafora della necessità di attraversare il dolore per accettare e ricomporre i frammenti del proprio vissuto.
Coco e il Día de Muertos, la tenera tradizione per sentire i propri cari vicino al cuore
A proposito della cultura messicana, durante il “Día de Muertos” che corrisponde al nostro 2 di novembre, questa popolazione è solita allestire un ofrenda corredata di cibo e oggetti appartenuti ai defunti. Esponendo una foto o un ritratto del defunto gli si consente di attraversare il confine del mondo tra vivi e morti, per ‘vivere’ da spettatori l’unione spiritale con i propri cari. Trovo questo rito molto umano e anche questo credo sia il segreto per spazzare via la disperazione del lutto e lasciare spazio alla tenerezza e al ricordo. Nella loro tradizione si lasciano cullare dalla credenza che le persone morte siano vive altrove e che non saranno mai morte realmente fin quando il loro ricordo albergherà nei ricordi di chi vive. Credo che per riassumere la bellezza di questo film Disney Pixar, calzi a pennello una frase di Ugo Foscolo “Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta.”
Nonostante si tratti di un viaggio nell’oltretomba che affronta il tema difficile della morte, i colori, le canzoni originali e della cultura messicana, confortano il cuore; vi comunico tuttavia che a fine pellicola il lacrima party è assicurato. Ma intanto vi consiglio di guardarlo, è un toccasana per il cuore e per l’anima “Perché la morte è vita, luci di luce altrove“. Questo lo trasforma in un film più per adulti, o meglio: i bambini apprezzeranno l’allegria e il divertimento che solo la Disney sa creare, ma un adulto non potrà fare altro che riflettere e commuoversi. Perché tra un’avventura e l’altra create per intrattenere i bambini, Coco celebra i legami inossidabili con chi non c’è più come una sorta di elaborazione del lutto, dove si dà molta più importanza al ricordo invece di consumarsi nella perdita.
Il tema delle aspettative famigliari
In Coco tuttavia ci sono molteplici aspetti psicologici da approfondire ma che emergono facilmente attraverso la narrazione Disney. Come l’aspetto delle aspettative famigliari; il nucleo diventa clan quando si organizza intorno all’attività lavorativa, spesso il capofamiglia (padre o madre che sia) rispecchia nella prole la soddisfazione dei propri desideri senza rispettare quelli del singolo. Insomma, un film da vedere e rivedere per divertirsi e ovviamente decifrarlo in ogni centimetro di pellicola.